Svanita l’ipotesi di correttivi “veloci” al Codice

I tentativi di introdurre correttivi al Codice Appalti nell’ambito del decreto semplificazione si concludono con un nulla di fatto. Nella seduta del 21 gennaio scorso tutti gli emendamenti sull’argomento sono stati infatti ritirati.

La bozza prevedeva:

  • la reintroduzione dell’incentivo del 2% per le attività di progettazione, coordinamento della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione, verifica preventiva della progettazione svolte dai tecnici dipendenti pubblici;
  • l’affidamento sulla base del progetto definitivo dei contratti di lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria di importo inferiore alle soglie comunitarie (5.548.000 euro), ad esclusione degli interventi di manutenzione straordinaria che prevedono il rinnovo o la sostituzione di parti strutturali delle opere;
  • l’affidamento a ribasso con procedura negoziata, con consultazione di almeno quindici operatori, dei lavori di importo fino a 2,5 milioni di euro;
  • la possibilità delle Stazioni Appaltanti di decidere se esaminare le offerte prima dell’idoneità degli offerenti, a condizione che questa possibilità sia indicata nel bando e che sia garantita una selezione imparziale e trasparente;
  • l’adozione del criterio del minor prezzo per i lavori di importo inferiore alla soglia comunitaria da affidare sulla base del progetto esecutivo;
  • l’eliminazione della terna dei subappaltatori non sarà più obbligatoria;
  • l’eliminazione dell’esclusione dell’impresa principale per gli illeciti commessi dai suoi subappaltatori nonché l’eliminazione della dimostrazione dei requisiti di idoneità dei subappaltatori;
  • la possibilità, per i soggetti che gestiscono i mercati elettronici, di predisporre, per gli appalti di importo inferiore alle soglie comunitarie, formulari standard mediante i quali richiedere e verificare il possesso dei requisiti invece del Documento di gara Unico Europeo.

Resta soltanto la mini-norma relativa agli illeciti professionali.

Secondo gli ultimi aggiornamenti le modifiche elencate troveranno spazio in un disegno di legge di riscrittura del codice di iniziativa parlamentare.

Ancora una volta i tempi rimangono indefiniti.