Le novità introdotte dalla legge di bilancio sugli affidamenti diretti

La Legge di Bilancio 2019, col comma 912 dell’art. 1, ha introdotto importanti deroghe alle procedure di affidamento dei lavori di importo compreso tra 40 e 150 mila euro e tra 150 e 350 mila euro.

In particolare, per l’affidamento di lavori il cui importo è compreso tra 40.000 euro e 150.000 euro la stazione appaltante dovrà procedere mediante procedura diretta, previa consultazione, ove esistenti, di tre operatori economici. Si passa, dunque, dalla procedura negoziata con invito di dieci imprese – individuate ex art. 36, comma 2, lett. a) del Codice dei contratti tramite indagine di mercato o elenchi di operatori, con criterio di rotazione – all’affidamento diretto con l’unico obbligo di invitare almeno tre imprese, senza ulteriore indicazione sulle modalità di scelta del contraente.

Per l’affidamento di lavori il cui importo è compreso, invece, tra 150.000 euro e 350.000 euro, il Committente dovrà avvalersi della procedura negoziata con consultazione di almeno dieci operatori economici, anziché dei quindici previsti dall’art. 36, comma 2, lett. b) del Codice dei contratti.

Nessuna modifica invece per gli affidamenti di importo inferiore a 40.000 euro. L’affidamento interviene mediante procedura diretta anche senza previa consultazione di operatori economici.

La validità delle modifiche in parola viene limitata al 31.12.2019.

Ora, mentre la modifica introdotta per gli affidamenti compresi fra 150 e 350 mila euro non ha destato particolare attenzione, quella relativa ai contratti di importo compreso nella fascia 40 – 150 mila euro ha alimentato preoccupazioni.

Infatti, mentre la deroga relativa alla seconda fascia economica (150-350 mila euro) non produrrà particolari stravolgimenti molti si domandano come i principi di libera concorrenza, di non discriminazione, di trasparenza, di proporzionalità, nonché di pubblicità utilità previsti dall’art.30 comma 1 del Codice dei contratti possano essere garantiti se si permettono affidamenti senza modesto confronto concorrenziale per una soglia piuttosto elevata come 150.000 euro.

La preoccupazione sembrerebbe ancor più concreta in considerazione del piano di investimenti pubblici di 400 milioni di euro previsto dalla legge finanziaria 2019 per la messa in sicurezza delle infrastrutture i cui cantieri dovranno essere avviati a partire da maggio 2019. A ogni Comune andranno non più di 100 mila euro.

Questa modifica volta, probabilmente, a semplificare e velocizzare gli affidamenti dei lavori pubblici, almeno per il 2019, creerà non pochi malumori frenando l’urgente necessità di intervenire.