Le Varianti nel Comunicato ANAC del 1° marzo scorso

Con Comunicato del 1° marzo scorso l’ANAC ha aggiornato il precedente Comunicato del 24.11.2014 sulle varianti in corso d’opera.

Le informazioni riportate nel documento riguardano principalmente dati di carattere statistico quali il numero delle varianti registrate nella Banca Dati della medesima Autorità, pari a 614, la tipologia di Stazioni Appaltanti che hanno presentato le varianti, le fasce di importo nonché le motivazioni dichiarate per giustificarle. Seguono considerazioni sul rapporto tra ricorrenza delle varianti e sistema di aggiudicazione, criterio di aggiudicazione e ribasso offerto, incidenza delle varianti sull’importo dei lavori.

Secondo i dati analizzati risulterebbe confermata correlazione tra ribassi elevati e incidenza delle varianti. Tale incidenza risulterebbe ancor più significativa sugli appalti di importo superiore ai 20 milioni. Risulterebbe quindi confermato il dato già rilevato e rappresentato nel Comunicato del 24.11.2014 in base al quale “le varianti ricorrono in misura sensibilmente maggiore in corrispondenza di appalti aggiudicati con ribassi aggressivi”. I dati analizzati “sembrerebbero avvalorare il sospetto che per il tramite delle varianti le imprese cerchino di recuperare il ribasso offerto in gara”.

In sostanza viene rappresentata un’interpretazione dei dati secondo cui le varianti costituirebbero lo strumento che viene utilizzato dalle imprese per azzerare i ribassi.

Il Comunicato viene quindi concluso con un richiamo alla previsione del Codice sulla qualificazione delle stazioni appaltanti per le attività di progettazione ed esecuzione degli appalti.

Ma cosa vuol dire tutto ciò?

Prima si interpretano i dati e si giunge al risultato che le varianti sarebbero utilizzate per recuperare i ribassi eccessivi. Pratica – se vera – certamente illecita! Poi si conclude il documento con l’auspicio che le Stazioni Appaltanti siano qualificate secondo le previsioni del codice.

A pensar male non si sbaglia ma sembra chiara la prospettazione secondo cui le parti in gioco non rispettano le regole. Da una parte le imprese che spingono le varianti per recuperare i ribassi. Dall’altra le stazioni appaltanti che acconsentono e, per questo, è necessario che siano qualificate.

Ma qualificate per ovviare a cosa? Ai ribassi eccessivi e alle varianti illegittime?

A parere di chi scrive per i ribassi eccessivi occorrono ben altri strumenti che la qualificazione. Per le varianti la qualificazione potrebbe dimostrarsi efficace a condizione che rappresenti un concreto momento di crescita delle organizzazioni delle stazioni appaltanti dedicate alla progettazione e alla gestione del contratto e non una mera costruzione di sterili procedure, come visto spesso in questi ultimi anni nel settore della qualità.

Solo intervenendo seriamente sul processo progettuale e sulla successiva fase di gestione del contratto – sempre trascurata – si può finalmente modificare l’andamento dei dati.

Tutti quelli che vivono quotidianamente e concretamente la materia sanno benissimo che i problemi principali vanno ricercati nei progetti che normalmente vengono posti a base di gara e nella incultura dilagante.

Per il primo aspetto è necessario che al progetto sia dato davvero e finalmente il valore che merita.

Per il secondo è necessario che chi si trova a gestire i processi ricominci a studiare. Occorre che le Stazioni Appaltanti e le Imprese pianifichino un serio percorso formativo delle proprie risorse.

Senza cultura difficilmente si esce dalla palude in cui tutti siamo immersi.